Felice Malgaroli nasce a Broni, nell’Oltrepò pavese, nel 1924. Il nonno, il padre e lo zio, di idee socialiste, subiscono un processo e vengono condannati dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato. All’età di 13 anni si trasferisce a Torino con i genitori. Allo scoppio della guerra presta servizio nel Genio Militare a Pavia, ma dopo l'8 settembre si unisce alla Resistenza nelle formazioni Garibaldi attive in valle Po e val Pellice. Catturato nel dicembre 1944, il mese successivo viene deportato a Mauthausen. Torna a casa nel maggio 1945.
A Torino entra come operaio alla Riv, una fabbrica di cuscinetti a sfera, e vive una stagione di impegno politico e di militanza nel PCI. Dopo aver preso il diploma alla scuola serale viene assunto come tecnico nell’Azienda elettrica; nel 1952 prende la decisione di emigrare in Venezuela. Cambia negli anni successivi ancora paesi e continenti, vive a lungo in Nuova Zelanda.
Tornato in Italia si dedica alla memorialistica, dedicando diversi libri e contributi scritti alla sua esperienza di militare, partigiano, operaio, deportato e lavoratore all'estero. Nel 1992 esce "Domani chissà. Storia autobiografica 1931-1952"; nel 1995 "Transeuntes. Italiani, emigranti a vita"; nel 2003 "Dal Piemonte alla Nuova Zelanda. La mia tregua tra la memoria del passato e la realtà del presente".
Muore a Torino nel 2017.
Testimonianza raccolta in collaborazione con l'Archivio Diaristico Nazionale.
Felice Malgaroli nasce a Broni nell'Oltrepò pavese.
Viene catturato nel dicembre del 1944 e deportato a Mauthausen da dove tornerà nel 1945.
Comincia a lavorare come operaio alla Riv, una fabbrica di cuscinetti a sfera. In contemporanea milita nel PCI.
Muore a Torino.